Festa di San Matteo a Salerno 2022: processione e leggende

Come ogni anno, il giorno 21 settembre a Salerno viene celebrata la Festa di San Matteo che chiude ufficialmente la stagione estiva e rappresenta più di ogni altro evento la tradizione storica salernitana. Il santo patrono che difese la città dai Saraceni e disse “Salerno è mia: io la difendo”, è venerato da migliaia di fedeli. Settembre è il mese dei salernitani.
Storia di San Matteo
L’apostolo Matteo nacque in Galilea, fu esattore delle tasse per l’Impero Romano finché iniziò a predicare il Vangelo e morì martire in Etiopia. Il suo corpo venne trasportato a Velia in Cilento, poi spostato a Casal Velino e a Capaccio. Infine ci fu la traslazione delle reliquie del santo a Salerno.

Leggenda di San Matteo: la traslazione delle reliquie
Nel giorno della Traslazione si verificò l’evento miracoloso che ancora oggi la Salerno cristiana celebra: il miracolo della Manna che trasudò dal corpo del santo il 6 maggio 954, e che si è ripetuto ogni anno nella stessa data fino al 1800. Da quel momento San Matteo ha protetto più di una volta Salerno da eventi funesti come nel 1544, data in cui la città fu salvata dall’invasione dei pirati Saraceni e a metà del 1600 quando venne colpita dall’epidemia di peste.
Le due facce della statua di San Matteo: cosa significa?
La statua di San Matteo viene raffigurata con due facce a cui sono state date diverse interpretazioni: secondo alcuni, questa raffigurazione è legata al duplice ruolo di Matteo come esattore delle tasse e come evangelista. Secondo altri, le due facce sono l’espressione di un modus dei salernitani ovvero della loro capacità di adattarsi ad ogni situazione a costo di mostrare un doppio volto. Altri ancora lo collegano alla natura stessa della città di Salerno, ubicata tra la terra e il mare.

La Cattedrale di San Matteo: le spoglie del patrono
Una scenografica scalinata conduce all’ingresso del chiostro della Cattedrale di San Matteo risalente all’XI secolo. Il Duomo ospita la statua di San Matteo, un busto in argento che lo raffigura intento a scrivere il Vangelo con accanto un angelo che gli porge penna ed inchiostro. L’autore della statua è l’argentiere napoletano Nicola de Aula che la realizzò nel 1691.
Fiore all’occhiello del Duomo di Salerno è la Cripta in stile barocco in cui sono custodite le spoglie del santo. Per scendere nella cripta si chiede l’offerta di 1 euro.

Processione di San Matteo e corsa delle statue
La processione del 21 settembre 2022 avrà inizio alle ore 18:00 e sarà accompagnata da tre bande musicali.
Durante la festa di San Matteo a Salerno vengono portate in processione varie statue. Quella di San Matteo è la più importante e figura insieme ai busti di papa Gregorio VII, di San Giuseppe e alle statue dei tre martiri S. Caio, S. Ante e S. Fortunato – chiamati spesso erroneamente le “tre sorelle” di San Matteo. In realtà storicamente le tre sorelle di San Matteo sono le tre sante Tecla, Archelaide e Susanna che anch’esse un tempo venivano portate in processione e le cui reliquie si trovano nella Chiesa di San Giorgio.
La festa di San Matteo attira ogni anno migliaia di fedeli che seguono il corteo dalla Cattedrale lungo via Duomo e altre strade del centro per poi rientrare con la “solenne corsa” che è il momento più suggestivo e atteso.
Le statue ritornano in chiesa con una tradizionale corsa sulle scale del Duomo. Sono portate in spalla dai cosiddetti “portatori” salernitani che si tramandano questo ruolo da padre in figlio per vocazione e fede. Le statue sono pesantissime, pensate che per la corsa della statua di San Giuseppe occorrono circa 40 portatori!
La processione di San Matteo è accompagnata da riti, preghiere, gonfaloni e da bande musicali. Al passaggio del corteo è tradizione lanciare petali rossi dai balconi e dalle finestre mentre si osserva la processione passare.

Panino con la milza: il piatto della festa di San Matteo
Se c’è una pietanza che più di tutte rappresenta la festa di San Matteo e più in generale Salerno, questa è certamente la milza imbottita chiamata in dialetto locale “’a mèvesa ‘mbuttunata”. Durante i festeggiamenti dedicati al santo patrono, per le vie del centro storico si può sentire l’odore degli intensi aromi dell’aceto e del vino, ingredienti principe della ricetta, che rendono la mevèsa più saporita e succosa.
La milza si può gustare con o senza panino: qualunque sia il modo, non si può fare a meno di assaggiarla per tradizione in uno dei locali storici salernitani.

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Ultimo aggiornamento 13 Febbraio, 2023 di Alessia Carbone